Da un’esperienza di volontariato con persone tossicodipendenti nasce la volontà di costruire un mondo diverso dove il contatto con la natura e l’ambiente possa diventare una base di conoscenza capace di aprire nuove possibilità di vita e di lavoro. L’apicoltura come metafora della società da costruire e come elemento principale per un ritorno all’ascolto delle necessità della natura, per combattere pregiudizi, ingiustizie e solitudine della società contemporanea.
A cura di Valeria Pica – ricercatrice post-doc nell’area di Scienze Sociali del Gran Sasso Science Institute (GSSI)
L’allevamento delle api in agricoltura ha il minore impatto ambientale e tramandare questa attività è importante per garantire la trasmissione di conoscenze e abilità che stanno scomparendo. “La poca conoscenza di oggi è ancor meno di quella di ieri” dice Gianni Samperi della Fattoria sociale Fossa dell’Acqua, situata ad Acireale in Sicilia, che ha fatto della diffusione della conoscenza legata all’agricoltura il suo scopo di vita, attraverso la sua attività quotidiana e gli incontri con persone tossicodipendenti, studenti e studentesse e con le persone che vivono in condizioni di difficoltà multidimensionale.
Gianni ha cominciato con un percorso di volontariato presso una comunità per persone tossicodipendenti, insegnando agricoltura biologica e da questa esperienza ha potuto osservare come il contatto con la natura aiuti in modo concreto chi vive in situazioni di disagio. La natura è realmente maestra di vita e fa appassionare creando un circolo virtuoso in cui la “dipendenza” non è più dalle droghe, ma dalla conoscenza della natura: un argomento talmente vasto che inevitabilmente fa nascere una passione forte per imparare a riconoscere le erbe o gli alberi che crescono intorno a noi. Al contrario, la mancanza di conoscenza fa sì che si trattino male le cose che non si conoscono. Ed è per questo che è fondamentale contrastare la povertà culturale, direttamente connessa anche alla povertà economica.
Nella fattoria didattica di Fossa dell’Acqua, si insegna agricoltura e soprattutto a lavorare con le api organizzando molti incontri con le scolaresche: in questo modo è possibile affrontare un discorso più ampio sulla natura mettendo in comunicazione tutte le realtà che si collegano al rispetto dell’ambiente e affrontando il tema del disagio sociale da diversi punti di vista. Poiché la società contemporanea può essere cieca e sorda a tante grida di allarme, è importante far capire – anche a studenti e studentesse – che esistono altri modi di vivere alternativi a quello che ha generato una situazione di disagio. Mondi da scoprire e alla portata di qualsiasi persona, che sia tossicodipendenti, anziana, affetta da autismo o che attraversi una situazione di fragilità. In particolare, con il coinvolgimento degli anziani, si possono tramandare alcune attività in cui le loro conoscenze e le loro esperienze sono fondamentali, e questo contribuisce a farli sentire utili, soprattutto nel campo delle abilità pratiche.
Per molte famiglie in cui vive una persona con autismo il pregiudizio di fronte alla diversità è un ostacolo da superare e che le rende emarginate, generando un senso di vergogna. Parlarne in modo semplice è necessario per migliorare l’inclusione sociale. Secondo Gianni siamo tutti uguali e una persona che ha un altro modo di percepire l’esistenza ha pari dignità, ha bisogno di maggiore sostegno e non va lasciata sola.
Uno degli obiettivi più importanti che si pone la Fattoria sociale Fossa dell’Acqua è la formazione di persone che trovino interesse a proseguire questo lavoro. La collaborazione è la forza principale dell’azienda nella convinzione che ogni persona lascia un’impronta, una traccia e un’esperienza. Bisogna riuscire a dare impulso a ciò che l’animo umano ha davvero bisogno di fare per riacquisire il senso civico e il senso critico ormai persi, così come è persa la capacità di immedesimarsi negli altri, l’empatia. Da qui la similitudine con il mondo degli insetti che può fornire un insegnamento forte sulla struttura sociale perché se scompaiono gli insetti si interrompe la catena trofica, cioè la conoscenza di base per far funzionare un sistema complesso come il nostro.
La costante collaborazione con gli studenti di tutte le età, con le famiglie, con l’Università di Catania dove, nella Facoltà di Agraria, si trova l’apiario è frutto di un interesse sincero e autentico per la conoscenza e la sua diffusione. E proprio all’Università si scopre un interesse forte per l’agricoltura biologica da parte delle studentesse che guardano all’agricoltura in modo diverso, non solo da un punto vista economico, ma come tradizione, come storia. La metafora dell’apicoltura come sistema di inclusione si unisce all’attenzione al ciclo biologico su cui basare lo sviluppo e il futuro della società.