Nonostante la pandemia, la ricerca promossa da Rete dei Numeri Pari, Gran Sasso Science Institute e ForumDD è andata avanti e sta rilevando dati, storie, esperienze e saperi delle 112 realtà oggetto dello studio.
Ragionando insieme di #giustiziasociale e ambientale, abbiamo capito che c’era un’area interessante – quella del mutualismo – da cui saremmo potuti partire per capirne il ruolo all’interno delle comunità proprio come risposta all’aumento delle disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento, della povertà e dell’esclusione sociale e come argine alla penetrazione della criminalità organizzata nei territori.
Per questo, nel dicembre 2019 un gruppo composto da membri della Rete dei Numeri Pari, del Gran Sasso Science Institute e del ForumDD, ha iniziato a lavorare alla strutturazione del progetto #Lapienezzadelvuoto per rafforzare la consapevolezza, la qualità e la robustezza delle esperienze di mutualismo della Rete dei Numeri Pari, e per estrarne gli ingredienti che potrebbero consentire di rimuovere gli ostacoli alla loro diffusione come strumento di coesione sociale e territoriale in altre aree, cogliendone il portato propositivo e innovativo – benché di lunga tradizione – sul piano dell’organizzazione sociale, della democrazia e della giustizia ecologica.
Nella ricerca sono state coinvolte 112 realtà sulle 337 iscritte alla Rete al momento della composizione del campione di riferimento per il progetto, scelto in parte in modo mirato e in parte sulla base di una estrazione casuale che tenesse conto della stratificazione per area geografica e attività svolta prevalentemente.
Dopo la presentazione al Festival della partecipazione 2020, il progetto è andato avanti nonostante tutte le difficoltà causate dalla pandemia: a oggi il 70% del campione ha completato la fase 1 (contatto telefonico e compilazione del questionario online in modo autonomo), e tra questi il 64% ha anche completato la fase 2 svolgendo l’intervista con le ricercatrici, prevalentemente in modalità online, ma adesso anche sul campo.
Fondamentale è stata la disponibilità delle 112 realtà oggetto di studio che hanno accettato di aprire le porte dei loro luoghi, condividendo storie, esperienze e saperi, dimostrando una grande capacità di lettura del modo in cui la crisi si manifestava nei territori e una capacità di intervento contestuale al suo dispiegarsi, mettendo in campo pratiche efficaci di solidarietà e cooperazione.
Dalle loro risposte emerge un nuovo campo sociale, costituito da tante e diverse soggettività, impegnate attraverso il mutualismo a porre interrogativi sull’adeguatezza delle attuali risposte della politica e delle forme della democrazia, a ridefinire relazioni, forme di cittadinanza e avanzare proposte.